I only hope that we never lose sight of one thing — that it was all started by a mouse. » « Spero solo che non ci dimenticheremo mai una cosa - tutto è cominciato con un topo. »
venerdì 10 gennaio 2014
film di topolino
Canto di Natale di Topolino
Canto di Natale di Topolino (Mickey's Christmas Carol) è un film del 1983 diretto da Burny Mattinson. È un cortometraggio animato della serie Mickey Mouse, prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito nel Regno Unito il 20 ottobre 1983, distribuito dalla Buena Vista Distribution Company.[1] È tratto dal racconto di Charles Dickens Canto di Natale (1843), con Topolino nel ruolo di Bob Cratchit e Paperon de' Paperoni in quello del suo omonimo e ispirazione Ebenezer Scrooge ("Scrooge McDuck" è infatti il suo nome originale). Molti altri personaggi Disney, in primo luogo dall'universo di Topolino, Robin Hood e Le avventure di Ichabod e Mr. Toad, vennero distribuiti per tutto il film.Canto di Natale di Topolino fu in gran parte un adattamento animato di un musical audio del 1974 della Disneyland Records intitolato An Adaptation of Dicken's Christmas Carol. Il musical era caratterizzato da simili dialoghi e cast di personaggi,[2] ad eccezione dei fantasmi dei Natali passati e del Natale futuro.[3]
Questo fu il primo cortometraggio della serie Mickey Mouse prodotto in oltre 30 anni. Con l'eccezione delle riedizioni, Topolino non era apparso nelle sale cinematografiche dall'uscita del corto Topolino a pesca nel 1953. Anche molti personaggi aggiuntivi visti nel film non erano apparsi al cinema per diversi decenni. Il film fu anche l'ultima volta che Clarence Nash doppiò Paperino. Nash era l'unico doppiatore originale nel film, poiché Walt Disney (Topolino) e Pinto Colvig (Pippo) erano morti negli anni '60, Cliff Edwards (Grillo Parlante) e Billy Gilbert (Willie il gigante) nel 1971, e Billy Bletcher (Gambadilegno) nel 1979.
Il film fu nominato per un Oscar al miglior cortometraggio d'animazione ai Premi Oscar 1984, ma perse a favore di Sundae in New York. Era la prima nomination per un cortometraggio di Topolino da Topolino e la foca (1948).
Trama
Nella vigilia di Natale del 1843, mentre tutta l'Inghilterra vittoriana è nello spirito allegro del Natale, Ebenezer Scrooge (Paperon de' Paperoni) pensa solo al denaro che ha guadagnato e a farne di più (a quanto pare, fa pagare alle persone l'80% di interesse, composto giornalmente). Mentre i pensieri egoisti di Scrooge frullano nella sua testa, Bob Cratchit (Topolino), esausto e sottopagato (la miseria di due scellini e mezzo penny al giorno), continua a lavorare a lungo e duramente per lui. Cratchit chiede a malincuore una "mezza giornata" libera per il Natale, per la quale Scrooge gli risponde che non verrà pagato. Fred (Paperino), l'allegro nipote di Scrooge, invita l'irascibile zio alla cena di Natale - tacchino ripieno di castagne, dolce di frutta con salsa di limone, frutta candita e dolcetti allo zenzero. Scrooge rifiuta, affermando di non poter mangiare quella roba. Quando i collettori Topus e Talpino, insieme ai mendicanti delle strade, gli chiedono gentilmente una semplice donazione, Scrooge risponde ai due che, se lo fa, i poveri non saranno più poveri, e così loro (i collettori) resteranno senza lavoro. Conclude dicendo "non chiedetemi di farvi perdere il lavoro, non alla vigilia di Natale".Più tardi, Scrooge viene visitato dal fantasma di Jacob Marley (Pippo), l'avido socio di Scrooge morto sette anni prima. A causa della sua crudeltà nella vita, egli è destinato a portare delle pesanti catene per l'eternità. Avverte Scrooge che un destino simile accadrà a lui a meno che non cambi, e che sarà visitato da tre spiriti. Poi Marley se ne va, cadendo giù per le scale dopo aver evitato di inciampare nuovamente sul bastone di Scrooge. Il primo spirito, lo Spirito del Natale Passato (Grillo Parlante), mostra a Scrooge il suo passato. La sua ossessione per il denaro lo aveva portato a spezzare il cuore della sua fidanzata Isabelle (Paperina), precludendole l'ipoteca sul cottage per la luna di miele.
Il secondo spirito, lo Spirito del Natale Presente (Willie il gigante), arriva e mostra a Scrooge la povera famiglia dei Cratchit, che conservano ancora un atteggiamento di festa nella loro casa nonostante le loro difficoltà. Il giovane figlio di Bob, il piccolo Tim, si rivela essere malato, e Willie predice una tragedia se la vita sventurata della famiglia non cambierà. Tuttavia, proprio quando Scrooge è disperato di conoscere il destino di Tim, lo Spirito del Natale Presente e la casa scompare. Il terzo e ultimo spirito, lo Spirito del Natale Futuro (una figura incappucciata che si rivela essere Gambadilegno), porta Scrooge nel futuro in un cimitero. Quando vede Bob in lutto per la morte del piccolo Tim, Scrooge è sconvolto e chiede se questo futuro può essere cambiato.
Due becchini (donnole da Le avventure di Ichabod e Mr. Toad) sono divertiti dal fatto che nessuno abbia partecipato al funerale di Scrooge mentre scavano la sua tomba. Dopo che le donnole se ne sono andate per una pausa, il fantasma rivela la tomba di Scrooge accendendo un fiammifero. Il fantasma lo spinge nella sua tomba chiamandolo "l'uomo più ricco di tutto il cimitero". Nonostante giuri di cambiare, Scrooge cade in una bara vuota che si spalanca verso l'inferno.
Tuttavia, Scrooge si risveglia improvvisamente il giorno di Natale. Essendogli stata data un'altra possibilità, si mette la giacca sopra la camicia da notte, prende il suo bastone e il cappello a cilindro, e va a visitare i Cratchit, donando allegramente una generosa quantità di denaro lungo la strada (di cui 100 sovrane d'oro a Topus e Talpino, i collettori di beneficenza del giorno prima) e dicendo a Fred che verrà alla cena. Poi cerca di giocare uno scherzo a Bob, trascinando in casa un grosso sacco presumibilmente pieno di biancheria e annunciando burbero che ci saranno degli straordinari in futuro. Ma per la gioia dei Cratchit, il sacco è invece pieno di giocattoli e di un grande tacchino per la cena. Scrooge dà a Bob un aumento e lo fa suo socio nel suo ufficio contabile, e il piccolo Tim proclama "Dio ci benedica, tutti quanti!".
Personaggi
Cast principale
Personaggio | Ruolo |
---|---|
Paperon de' Paperoni | Ebenezer Scrooge |
Topolino | Bob Cratchit |
Pippo | Fantasma di Jacob Marley |
Grillo Parlante | Spirito del Natale Passato |
Willie il gigante | Spirito del Natale Presente |
Pietro Gambadilegno | Spirito del Natale Futuro |
Paperino | Fred |
Paperina | Isabelle |
Taddeo Rospo | Fezzywig |
Minni | Emily Cratchit |
Millie o Melody | Martha Cratchit |
Tip e Tap[4] | Peter Cratchit |
Piccolo Tim | |
Topus | Collettori per i poveri |
Talpino | |
Otto | Mendicante |
Donnole | Becchini |
Extra
- Prima scena in strada
- Ezechiele Lupo, raccoglie soldi per beneficenza
- I tre porcellini, cantano
- Festa da Fezzywig
- Lady Cocca, danza con l'uccello segretario
- Coniglietti, applaudono
- Zio Reginaldo; applaude e poi balla
- Nonna Papera; applaude e poi balla
- Orazio Cavezza, balla con Clarabella
- Ciccio, balla con Chiquita
- Tasso McTass, balla
- Cip e Ciop, ballano
- Qui, Quo e Qua, decorano l'albero di Natale
- Ultima scena in strada
- Saetta e Tobia, giocano sulla strada
- Mamma Coniglio e Nonna Gufo, in piedi sulla strada
- Jimmy, insegue due dei tre lupetti
- Cirillo Belsedere, traina la carrozza di Fred
Distribuzione
Canto di Natale di Topolino debuttò nel Regno Unito il 23 ottobre 1983, e venne distribuito negli Stati Uniti il 16 dicembre dello stesso anno, prima della riedizione de Le avventure di Bianca e Bernie. In Italia uscì invece il 23 dicembre, assieme alla riedizione de Il libro della giungla.Il corto è contenuto, senza i titoli di testa, nel film direct-to-video Il bianco Natale di Topolino (2001).
Data di uscita
Le date di uscita internazionali nel corso del 1983 sono state:- 20 ottobre 1983 nel Regno Unito
- 8 novembre in Finlandia (Mikin jouluaatto)
- 26 novembre in Germania Ovest (Mickys Weihnachtserzählung)
- 30 novembre in Francia (Le Noël de Mickey)
- 2 dicembre in Svezia (Musse Piggs julsaga)
- 15 dicembre in Australia
- 16 dicembre negli USA
- 20 dicembre in Polonia (Koleda myszki Mickey)
- 22 dicembre nei Paesi Bassi (Mickey's Kerstfeest)
- 23 dicembre in Italia
- 29 dicembre in Argentina
Edizione italiana
Esistono due doppiaggi del corto. Il primo venne eseguito dalla Royfilm su testi di Roberto De Leonardis e diretto da Franco Latini. Il film venne poi ridoppiato per la sua trasmissione su Rai 2 nel dicembre 1990, come successo per molti altri corti Disney (e da allora venne utilizzato solo il ridoppiaggio). Il ridoppiaggio, eseguito sempre dalla Royfilm (con le voci del Gruppo Trenta) sugli stessi testi del precedente (ma con alcune modifiche), viene considerato migliore per la qualità delle interpretazioni e le voci più calzanti. Esso però non è integrale: non sono stati ridoppiati, infatti, i primi due minuti e dieci secondi del film (il nuovo doppiaggio inizia quando Scrooge ricorda Marley davanti alla porta dell'ufficio), così come i 35 secondi finali dove viene ripresa la canzone dei titoli.Accoglienza
Critica
Il critico cinematografico Leonard Maltin ha detto che invece di essere "un pallido tentativo di imitare il passato", il film è "abilmente scritto, ben messo in scena, e animato con vero spirito e senso di divertimento".[5] Robin Allan ha dichiarato che il film richiama alla mente le somiglianze tra Walt Disney e Charles Dickens, in termini sia di lavori prodotti che di etica del lavoro.[6]Tuttavia, Gene Siskel e Roger Ebert di At the Movies gli hanno conferito "due pollici versi". Siskel sentiva che non c'era abbastanza enfasi sul personaggio di Topolino e che non era al livelli di molti Classici Disney. Ebert dichiarò che mancava la magia dell'animazione visiva per cui "è famoso il personale Disney" e che si trattava di una "marcia forzata" attraverso la storia di Charles Dickens, senza alcuna svolta ironica.[7]
Edizioni home video
DVD
Il cortometraggio è incluso nel DVD Walt Disney Treasures: Topolino star a colori - Vol. 2.Fantasia 2000
Fantasia 2000 è un film d'animazione ad episodi della Disney. Come il film precedente Fantasia del 1940, questa pellicola si pone l'obiettivo di porre la musica al centro dello spettacolo, di trasformare la "musica in immagini". È considerato il 38º classico Disney secondo il canone ufficiale.È stato ideato e realizzato in occasione del sessantesimo anno di uscita del primo film Fantasia, oltre che per celebrare l'inizio del nuovo millennio.
Gli episodi
Questa sequenza mostra variopinte figure astratte, simili ad allegre farfalle e foschi pipistrelli, esplorare un mondo fatto di luci, ombre e colori. I pipistrelli, dopo poco tempo, se ne impossessano, ma le farfalle, con l'aiuto della luce, riescono a scacciarli.Questa sequenza mostra, inizialmente, una famiglia di affettuose megattere volanti, che giocano nel gelido oceano. Ad un certo punto, il cucciolo rimane intrappolato in un iceberg ma, con l'aiuto della madre, riesce a trovare la via d'uscita. La famiglia si riunisce e, insieme al numeroso branco, vola fino tra le nuvole.
Questa sequenza mostra il frenetico o miserabile tran tran di quattro persone, un allampanato ragazzo di colore, appassionato di jazz, un apatico e squattrinato disoccupato, un'indaffarata e vivace ragazzina dai riccioli neri (basata su Eloise, personaggio dei libri di Kay Thompson) e il fantasioso marito dai capelli rossi (basato su John Culhane, autore dei making off di Fantasia e Fantasia 2000) di un'altezzosa, ricca signorotta amante dei cani, in una New York forsennata e affollata, all'epoca della Grande Depressione, con disegni dallo stile dei famosi cartoni animati di Al Hirschfeld. Vi è, inoltre, un delizioso cameo dello stesso Gershwin, che interpreta un eccellente pianista. Alla fine della sequenza i personaggi principali riescono ad avere ciò che desideravano.
- Piano Concerto No. 2 in F Major di Dmitrij Šostakovič: I tempo -Allegro
Questa sequenza mostra un capannello di aggraziati fenicotteri rosa che cerca, invano, di far danzare con loro un membro del gruppo, che invece si diverte a far piroettare uno yo-yo, con riscontri decisamente comici.
Questa sequenza mostra la sequenza originale del primo Fantasia. Alla fine Topolino, dopo aver salutato il maestro Leopold Stokowski (termine della sequenza originale), corre a salutare l'attuale direttore James Levine.
Questa sequenza mostra l'evento biblico dell'Arca di Noè. Paperino, aiutante di Noè, incaricato di controllare che tutti gli animali si imbarchino, è convinto di aver lasciato a terra proprio la sua amata Paperina, la quale era salita poco prima e, vedendolo scendere per cercarla, pensa a sua volta, sbagliando, che sia stato travolto dalle acque. Sull'arca non riescono a incontrarsi, finché questa non si ferma in cima al monte Ararat. Paperina vede Paperino mentre spazza il lercio ponteggio, e i due, finalmente, si riabbracciano.
Accompagnata da un cervo, uno spirito della primavera risveglia accidentalmente l'uccello di fuoco, che distrugge la foresta. Lo spirito sopravvive e, aiutata dal cervo, riporta la foresta alla vita.
Comparse
Vi sono comparse di famosi attori e show-man, quali Steve Martin, Bette Midler, Penn & Teller, Itzhak Perlman, James Earl Jones, Quincy Jones, Angela Lansbury, i quali hanno avuto a che fare con la Disney, come attori, cantanti e doppiatori.Home video
Il 24 novembre 2010 è stato pubblicato in Italia su DVD e Blu-ray, sia singolarmente che in un cofanetto assieme a Fantasia. Nei contenuti extra è presente il cortometraggio Destino, realizzato solo nel 2003 e nato dal progetto di collaborazione tra Walt Disney e Salvador Dalí.Colonna sonora
Fantasia 2000 contiene i seguenti brani musicali:- Quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven
- I pini di Roma di Ottorino Respighi
- Rapsodia in blu di George Gershwin
- Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Dmitrij Šostakovič
- Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns
- L'apprendista stregone di Paul Dukas
- Pomp and Circumstance di Sir Edward Elgar
- L'uccello di fuoco di Igor Stravinskij.
I tre moschettieri (film 2004)
I tre moschettieri (Mickey, Donald, Goofy: The Three Musketeers) è un film d'animazione direct-to-video della Walt Disney Pictures del 2004, vagamente ispirato all'omonimo romanzo.
Trama
Questo lungometraggio prodotto da Walt Disney Pictures ci fa conoscere la storia di tre amici, Topolino, Paperino e Pippo, che lavorano come sguatteri, mentre sognano di diventare Moschettieri. Il loro destino cambierà inaspettatamente quando Gambadilegno, capitano dei Moschettieri, insieme alla sua tenente Clarabella nel ruolo di Milady, usano i tre amici in un complotto per prendere possesso del regno della Principessa Minni. L'unico eroe ad affrontare il perfido e infido Gambadilegno è Topolino. Paperino, Pippo e Topolino non sembrano degli eroi, però sorprenderanno Gambadilegno. Forti della loro amicizia e del loro lavoro di squadra, impareranno velocemente che uniti possono realizzare qualsiasi cosa.Musica
Il film contiene divertenti interpretazioni di brani di musica classica, da autori come Beethoven, Čajkovskij, Strauss, Edvard Grieg e altri.Opere derivate
Il mondo de "I tre moschettieri" compare nel videogioco sviluppato dalla Square Enix, Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance.Topolino (fumetto)
Topolino giornale
Per approfondire, vedi Topolino (giornale). |
Così, nel Natale del 1932 fa il suo ingresso nelle edicole italiane una nuova pubblicazione, dal titolo Topolino, anticipando di appena un mese la prima pubblicazione americana, il Mickey Mouse Magazine edito da Herman Kamen nel formato digest che più tardi avrebbe fatto il successo, in Italia, di una nuova iniziativa editoriale dedicata all'eroe Disney. La rivista di Kamen, però, veniva distribuita solo nei grandi magazzini o nelle sale che proiettavano i film: per la diffusione nelle edicole bisognerà infatti attendere il 1935.
Ma torniamo in Italia. Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presenta ai lettori con periodicità settimanale e si apre con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi: in un certo senso è qui che inizia la grande scuola italiana Disney.
Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson, mentre il primo episodio in assoluto del Topolino dei fumetti, realizzato dai suoi creatori con la collaborazione di Win Smith e apparso in originale il 13 gennaio del 1930, verrà proposto da Nerbini solo nel 1934, sul Supplemento al giornale, con il titolo Le audaci imprese di Topolino nell'isola misteriosa. L'edizione italiana ha, però, una particolarità rispetto all'originale: si avvale infatti dell'opera di Giorgio Scudellari, illustratore di origine cilena, che corregge alcuni errori ed incongruenze presenti nella storia.
Però Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n. 5.
Gli Albi di Topolino
Per approfondire, vedi Gli Albi di Topolino e Albi tascabili di Topolino. |
La collana fa il suo esordio con Topolino contro Wolp, oggi considerato una sorta di Gronchi rosa, di cui pare ci siano in giro pochissimi esemplari.
Questa rivista, comunque, fece storia e non solo Mondadori, ma anche altri editori amatoriali, su tutti la Comic Art, spesso riproponendo le storie classiche di Topolino, scelsero proprio questo formato orizzontale.
L'era Mondadori
Il numero 137 del Topolino giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori.L'editore milanese non cambia la linea editoriale di Nerbini e anzi, battendo la strada già tracciata, rinforza le edizioni dedicate a Topolino e al resto della banda Disney.
Prima fra tutte è la collana Nel regno di Topolino, il primo comic book al mondo dedicato al personaggio di Disney, nato ancor prima dei veri e propri comic books all'americana. Presentava le storie quotidiane e settimanali in un unico albo e rimontate nel tipico formato di albi come Four Color o Walt Disney's Comics and Stories, con una copertina di fattura italiana, per la precisione opera di Antonio Rubino.
Sempre Rubino era l'artefice della grafica di un'altra collana Mondadori, che esordiva il 28 marzo del 1935, appena cinque mesi prima del passaggio di consegne: I tre porcellini, ispirata all'omonimo corto animato del 27 maggio 1933, e che servì all'editore come trampolino di lancio per avvicinarsi ai diritti del personaggio principale della scuderia Disney.
In quegli stessi anni, però, le iniziative con Topolino protagonista erano molte: soprattutto gli editori Frassinelli di Torino e Salani di Firenze dedicarono alcuni volumi al famoso personaggio dalle orecchie tonde: in particolare quest'ultimo vara la versione italiana, in cinque volumi, della raccolta Big Little Books. Ogni volume, di circa 300 pagine, raccoglie dei racconti che alternano alle pagine di solo testo delle pagine di sole illustrazioni tratte dai fumetti.
La crisi sotto la guerra
Il rapporto tra Walt Disney e Arnoldo Mondadori è molto stretto (durerà oltre trent'anni), improntato sulla fiducia e il rispetto reciproco, e soprattutto è molto proficuo per entrambi. Con l'avvento del fascismo, però, iniziano i primi problemi. Dal 1938, infatti, il Min. Cul. Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa una serie di dure restrizioni, prima fra tutte quella di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n. 475 del 20 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. L'ultima storia di Topolino pubblicata fu Topolino e l'illusionista, la cui ultima puntata (con molte vignette tagliate) venne pubblicata, come detto, nel n. 475 del 20 gennaio 1942. La prima pagina di copertina del giornalino, che comunque continuava ad avere come testata il nome "TOPOLINO" con al centro il capo del minuscolo topo creato dalla Walt Disney Corp., contrassegnata col nº 476 e con data 27 gennaio 1942, riportava la storia a fumetti intitolata "Guerra di corsa - Nuove imprese del mozzo del sommergibile", autore Federico Pedrocchi e tavole di Edgardo Dell'Acqua. Col nº 495 del 9 giugno 1942, (anno XX dell'E.F.) la vignetta d'apertura del fumetto in prima pagina del giornale riportava il nuovo titolo "La Grande Crociera" e continuava la narrazione delle "nuove imprese del mozzo del sommergibile" ma recava in più le immagini delle bandiere della Germania nazista, d'Italia e del Giappone, volendo così ricalcare la partecipazione del nostro paese alle vicende della guerra in corso. Fino al 3 agosto 1943 (nº555 del giornalino) tale vignetta d'apertura restò immutata, ma essa cambiò di nuovo, eliminando le tre bandierine, con il numero successivo del 18 agosto 1943. Ma le successive puntate delle imprese del giovane mozzo del sommergibile non furono molte: col numero 559 del 31 agosto 1943 di "Topolino", che nel frattempo aveva inglobato le testate dei noti settimanali per ragazzi "L'Avventuroso" e "Giungla", sempre editi dalla A.P.I. Mondadori., il racconto delle avventure del giovane mozzo ebbe sbrigativo termine, subito soppiantato da una storia fantastica, "La Sfera d'Aria", che narrava le imprese degli abitanti di "Saturno contro la Terra". Il personaggio disneiano a nome "Topolino" viene invece sostituito da Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pier Lorenzo De Vita, mentre Minnie divemìnne Mimma. La crisi, e la momentanea sostituzione, però, non evita la sospensione della testata, che avviene con il n. 564 del 21 dicembre 1943, per poi riprendere a guerra conclusa il 15 dicembre 1945.Topolino libretto
Per approfondire, vedi Topolino (libretto). |
Alla fine degli anni quaranta, infatti, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità.
A quel tempo, infatti, l'editore dava alle stampe Selezione dal Reader's Digest (ottobre 1948), e utilizzava appositamente una nuovissima e costosissima macchina, che restava inutilizzata nei lunghi periodi di attesa tra un numero e l'altro. Inevitabile, quindi, l'idea di utilizzare la macchina anche per produrre il nuovo Topolino, che ne ricalcherà, così, il formato (12,5 × 18 centimetri) e tutti i successivi cambiamenti (aumenti di pochi centimetri nelle dimensioni, il passaggio dalla spillatura alla brossura, cambi nel tipo di carta impiegata)[1]
L'aprile 1949 è così un nuovo, importante punto di inizio: ampiamente pubblicizzato sugli ultimi due numeri del giornale, il 737 e il 738, tornava nelle edicole, con un nuovo numero 1, Topolino, questa volta un mensile di 100 pagine di storie esclusivamente disneyane, al prezzo di 60 lire, anziché le 15 del precedente settimanale.
La formula, però, quando venne annunciata, fece storcere il naso ai vecchi appassionati, e anche all'allora direttore, Mario Gentilini, che comunque realizzò un bellissimo primo numero. Il sommario d'esordio del libretto, infatti, conteneva l'ultima puntata di Topolino e il cobra bianco, di Guido Martina e Angelo Bioletto; quindi Eta Beta l'uomo del 2000, la storia di esordio di Eta Beta, scritta da Bill Walsh per i disegni di Floyd Gottfredson; quindi ben tre storie di Carl Barks: Paperino milionario al verde, con il cugino Bambo (uno dei primi nomi italiani di Gladstone Gander prima del definitivo Gastone), Pluto salva la nave, realizzata con Nick George e Jack Hannah, e la fondamentale Paperino e il segreto del vecchio castello, ovvero la seconda apparizione barksiana di Paperon de' Paperoni, che risulta ancora vagamente tratteggiato.
Il sommario viene poi completato da Le storie dello zio Remo - Coniglietto e l'arcobaleno d'oro, di George Stallings e Dick Moores, con protagonisti i personaggi animati del film I racconti dello zio Tom; Buci e le pulizie di primavera, di Don Gunn, con protagonista la coccinella Buci (Bucky Bug); Il piccolo Lupo Mannaro e Cappuccetto Rosso, di Carl Buettner, dove il protagonista (ovvero il piccolo Lupo Mannaro) altri non è che Lupetto, il figlio di Ezechiele Lupo, l'avversario dei Tre porcellini nell'omonimo cartoon; tutta una serie di rubriche, scritte principalmente da Guido Martina, a quel tempo, in pratica, unico sceneggiatore Disney a lavorare per Mondadori.
Infine la copertina: l'immagine di apertura era un Topolino in alta uniforme tratto dal Walt Disney's Comics and Stories del giugno 1941, presumibilmente in cima alla parata dei personaggi Disney al gran completo, con Minni in quarta di copertina, tratta, questa volta, da Four Color Comics e opera di Ken Hultgren; in alto a sinistra, poi, sotto l'indicazione del mese e dell'anno, c'era la dicitura Vol. I. All'inizio della sua avventura, infatti, il libretto era pensato come una raccolta di sei numeri, chiamati fascicoli, e con numerazione delle pagine continua da un numero ad un altro, realizzando, così, alla fine di un semestre, una sorta di volume disneyano.
Questa rivista ha avuto tre varie periodicità, il n.1 quando è nato nell'aprile 1949 era mensile e durò fino al n.39 (marzo 1952), poi diventò quindicinale dal n.40 (10 aprile 1952) fino al n.235 (25 maggio 1960), infine settimanale dal n.236 (5 giugno 1960), fino ai giorni nostri, con uscita il mercoledì. La veste è sempre quella, tranne una piccola variazione introdotta con il n.605 del 2 luglio 1967, quando fu proposta per la prima volta la banda gialla sul fianco, l'indicazione della testata, dell'autore, dell'editore e del numero. I numeri tondi che fanno storia sono il n.100 che è uscito il 10 ottobre 1954, il n.500 del 26 giugno 1965, il n.1000 del 26 gennaio 1975, il n.1500 del 26 agosto 1984, il n.2000 del 27 marzo 1994, il n.2500 del 28 ottobre 2003 e il n.3000 del 22 maggio 2013.
In futuro, ipotizzando che il giorno di uscita sia sempre il mercoledì, usciranno il n.3500, il 21 dicembre 2022, il n.4000, il 21 luglio 2032. Una bella curiosità, fu che in tre numeri di seguito ci furono tre prezzi diversi, il n.1411 al costo di £.700, il n.1412 £.1500, il n.1413 £.800. Con Topolino n. 1702 del 1988 la Disney subentra direttamente alla Mondadori con la sua divisione locale Disney Italia. Mantenendo lo stesso staff, allora diretto da Gaudenzio Capelli, prosegue, così, la tradizione italiana rinforzando un già folto parco testate.
Storie italiane
Il Topolino libretto si caratterizza, come già dal suo esordio, per presentare un sommario ricco di storie d'oltreoceano di maestri come Gottfredson e Barks, ma anche per la realizzazione di storie completamente concepite e realizzate in Italia. Prima di queste, però, iniziano le copertine italiane, con Ambrogio Vergani, Michele Rubino e lo stesso Mario Gentilini, direttore della testata. Subito dopo iniziano le storie italiane, con una delle Grandi Parodie Disney: sul n. 7, infatti, per i testi di Martina e i disegni di Bioletto, inizia L'Inferno di Topolino, in cui viene fatto interpretare ai personaggi Disney l'Inferno dantesco.Martina e Bioletto, comunque, sono solo gli apripista di una scuola che vedrà nelle sue fila artisti del calibro di Ennio Missaglia, Abramo Barosso, Luciano Bottaro, Romano Scarpa, e molti altri, e che porterà l'Italia a produrre il 75% delle storie Disney del mondo.
Nella lunga storia editoriale della testata si potranno trovare diversi modelli stilistici. Da quello di Martina, seguito da Missaglia, Barosso, Dalmasso, caratterizzato da dialoghi crudi, atmosfere da noir, a quello di Chendi, che pur riprendendo in parte lo spietato Paperone martiniano e il suo sfaticato Paperino, inizia a fare un'opera più di approfondimento, molto simile a quanto stava facendo già da alcuni anni Barks, inserendo, più spesso di Martina, delle situazioni comiche e leggere nelle sue storie. Oggi si assiste più spesso ad una svolta tendente al comico, ma le radici di quelle epiche avventure sono spesso riprese da artisti come Rudy Salvagnini, Giorgio Pezzin, Carlo Panaro, Fabio Michelini (uno dei pochi a fondere perfettamente la scuola italiana di Martina, con gli elementi classici delle storie di Barks), cui si aggiunge l'esperto Rodolfo Cimino, che ha interpretato in maniera originale e personale le grandi epopee avventurose barksiane.
Graficamente i grandi maestri sono stati Giovan Battista Carpi, che ha influenzato una gran mole di giovani artisti, Luciano Bottaro, che ha fuso nel suo personalissimo stile gli insegnamenti di Gottfredson, Barks e Bioletto, Romano Scarpa, che grazie anche al suo doppio ruolo di scrittore e disegnatore ha dato un po' di respiro allo stressatissimo Martina, per arrivare ai più giovani Giorgio Cavazzano, che ha anche avuto l'onore di disegnare la copertina del n. 2000, e Massimo De Vita, figlio di Pierlorenzo che, alcuni decenni prima, aveva disegnato il Tuffolino del periodo bellico: tutti insieme questi artisti hanno creato una scuola che ha influenzato giovani leve come Tito Faraci, Claudio Sciarrone, Alessandro e Lorenzo Pastrovicchio, Giorgio Di Vita, Giampiero Ubezio, Alessandro Barbucci, Fabio Celoni, Carlo Gentina, Gianfranco Cordara, Alberto Savini, Casty, Silvia Ziche, che oggi lavorano fianco a fianco di alcuni di questi maestri e contribuiscono a realizzare uno dei più longevi settimanali italiani.
L'era Disney Italia e le altre pubblicazioni storiche
Con Topolino n. 1702 del 1988 la Disney subentra direttamente alla Mondadori con la sua divisione locale Disney Italia. Mantenendo lo stesso staff, allora diretto da Gaudenzio Capelli, con la collaborazione preziosa di Elisa Penna e Massimo Marconi, prosegue, così, la tradizione italiana rinforzando un già folto parco testate.L'Italia, infatti, ha sempre presentato un gran numero di pubblicazioni dedicate al mondo Disney. Si va dalla Collana Carosello (1957) a Gli albi tascabili di Topolino (1948) o a collane da collezionisti come Le grandi storie (1966) ed Il Topolino d'oro (1970), realizzate da editori specializzati come ANAF, Comic Art, Traverso, IF Edizioni.
Non si possono non dimenticare, poi, Nel Regno di Topolino (1935), o gli illustri Albi d'Oro, che più tardi diverranno gli Almanacco Topolino, e i simili Albi della Rosa (che più tardi diverranno Gli Albi di Topolino) e che hanno fatto da base per le successive riviste non-Disney Albi del Falco, con le storie di Superman, Batman, Hawkman (il Falco del titolo) e degli altri supereroi DC Comics, e Albi di Pecos Bill.
Non dimentichiamo, infine, la serie dei Classici di Walt Disney, con le ristampe delle storie classiche, generalmente in origine albi monotematici con tavole di raccordo tra una storia e l'altra, e la gemella Grandi Classici Disney.
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